jueves, 15 de diciembre de 2011

jueves, 1 de diciembre de 2011

MABI REVUELTA EN LA FACULTAD DE BELLAS ARTES DE LA UPV/EHU


El seminario tiene como objetivo analizar la noción de proyecto.
Te propongo un ejercicio práctico a partir de una idea que tengas y que quieras desarrollar
en un periodo largo de tiempo (un año o dos) según el guión que te presento.
La dinámica de trabajo del seminario se basará en la puesta en común de los futuros proyectos
para, entre todos los participantes, analizar tanto los procesos creativos como los
aspectos de producción y realización de los mismos.

GETXOARTE DEL 2 AL 4 DE DICIEMBRE DE 2011


Es el Salón de las Artes Emergentes. Participarán 51 jóvenes artistas.

Del 2 al 4 de diciembre se celebrará en Getxo el Salón de las Artes Emergentes, GETXOARTE 2011, una muestra de arte contemporáneo en la que participarán 51 jóvenes artistas (en su mayoría, estudiantes de Bellas Artes en la Universidad del País Vasco) y que, en los últimos años se ha convertido en una referencia para el impulso de los nuevos creadores.


INAUGURACION: 2 de diciembre de 2011 a las 21:30 horas

sábado, 19 de noviembre de 2011

ANDREA ROSSI ANDREA



viernes, 18 de noviembre de 2011

PRACTICAS DE CAMPO AAP

martes, 15 de noviembre de 2011

JORNADA DE ARTE, MATEMÁTICAS Y MAGIA




Para reservar plaza para cualquiera de los actos:

http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.guggenheim-bilbao.es%2Fsecciones%2Factividades%2Factividad_reserva.php%3Fidioma%3Des%26id_actividad%3D685&h=7AQFDZXee

- Por teléfono: 944359090. De lunes a viernes de 10:00h a 14:00h.

- En taquillas: de martes a domingo de 10:00 a 19:30h.


domingo, 13 de noviembre de 2011

ESPACIOKLEM-LUMINICO

EL JUEGO DE HEX Y LA TOPOLOGIA

El hex es un juego entre dos personas que tiene lugar sobre un tablero romboidal de tamaño n x n, con casillas hexagonales.

Inicialmente el tablero está vacío y a cada jugador o jugadora se le asignan un color de fichas y dos laterales opuestos del tablero. El objetivo es intentar formar una línea con sus fichas conectando sus dos laterales, y por supuesto siguiendo las reglas del juego.

El juego fue inventado por el matemático danés Piet Hein y, de forma independiente, por el matemático John Forbes Nash.

Si quieres aprender a jugar al hex -y un poco de topología-, ven a escuchar la conferencia Hex: un juego de mesa con implicaciones topológicas impartida por el Dr. Luis Hernández Lamoneda (CIMAT, México y Universidad de Santiago de Compostela).

Será el próximo miércoles 16 de noviembre de 2011, a las 12:00, en el aula 2.4 de la Facultad de Ciencia y Tecnología (UPV/EHU).

Más información:

lunes, 17 de octubre de 2011

lunes, 10 de octubre de 2011

GIORNATA DEL COTEMPORANEO


Mappae Mundi

tutto il mondo è una terra straniera

A cura di Arianna Oddo


Accademia di Belle Arti di Palermo Lab. di Decorazione _Biennio Specialistico . Prof Arianna Oddo

Universidad de Bellas Artes de Granada – Professore José Luís Vicario Merino.

Facultad de Bellas Artes-Pais Vasco UPV/EHU Proff. Inma Jimenez e María Jesús Cueto.


Un articolato percorso cadenzato da molteplici momenti performativi messi in scena all'interno del Baglio di Stefano, del Museo delle Trame Mediterranee, della biblioteca “Empedocle” e del Granaio proposti dagli allievi delle Accademie di Belle Arti di Palermo, Granada e Paesi Baschi, ruoteranno attorno alle installazioni di Carlo Lauricella che presenterà Nero Inaspettato e Recuperi, concepite come fulcro centrale del progetto.

Il progetto didattico dal titolo Mappae Mundi, a cura di Arianna Oddo, si propone di favorire la maturazione delle vocazioni creative ed espressive, nella direzione delle contaminazioni disciplinari, coinvolgendo gli studenti del suo Laboratorio di Decorazione del Biennio Specialistico, nella progettazione di molteplici eventi performativi. L’iniziativa ha previsto il coinvolgimento dell’artista Carlo Lauricella con cui gli allievi sono stati impegnati in un ciclo di attività seminariali che hanno permesso di sviluppare i vari livelli di approfondimento delle tematiche più attuali della ricerca artistica contemporanea, offrendo interessanti spunti di riflessione, di confronto e un’opportunità di crescita culturale utile anche per l’individuazione di nuovi possibili percorsi di ricerca personale e di indagine sul vastissimo tema della comunicazione visiva. Mappae mundi è il termine con cui in generale si indicano le mappe del mondo di epoca medievale. Queste mappe, che variavano in grandezza e complessità, non erano pensate per essere usate come carte da viaggio o navigazione e non avevano pretese di scientificità, erano piuttosto degli schemi per illustrare concetti, delle piccole enciclopedie della conoscenza medievale. Allo stesso modo il progetto Mappae Mundi si propone di disegnare delle mappe la cui lettura possa attivare una catena di complesse riflessioni legate all'esistere quotidiano, al concetto di appartenenza ad un paese di origine e ad un contesto socio-culturale ed allo sradicamento dallo stesso, ma anche un modo di interpretare il mondo a partire dalla propria personale esistenza, favorendo un dibattito sulla funzione dell'arte e delle sue finalità, un'arte che possa riattivare una sensibilità sociale acquisendo anche un valore di denuncia, un'arte in cui il contenuto possa prevalere sulla forma ed il significato sull'apparenza.


link del flickr set della giornata del contemporaneo

http://www.flickr.com/photos/orestiadi/sets/72157627735223985/

viernes, 30 de septiembre de 2011

ASTRONOMIA EMAKUNDE CON A DE ASTRONOMAS

Desde el 6-10 hasta el 11_11 2011. Bizkaia Aretoa. Av. Abandoibarra, 3. (Bilbao)
Astelehena-Ostirala/Lunes-Viernes: 10:00-14:00 h./16:00-19:00.
Ekintza osagarriak/Actividades complementarias 2011_10_11 (18:30) Conferencia sobre astronomia (Javier Armentia). 2011_10_18 (18:30) Conferencia sobre mujeres científicas (Paloma Alcalá). 2011_10_28 (18:30) Mesa redonda sobre la película Ágora de Alejandro Menabar.
http://www.ehu.es/astronomasbilbao






MAPPAE MUNDI_Fondazione Orestiadi_Gibellina

miércoles, 13 de julio de 2011

ORLA BBAA

miércoles, 6 de julio de 2011

"Cultura con 'M' de matemáticas"

"Cultura con 'M' de matemáticas"

LUGAR: Biblioteca de Bidebarrieta de Bilbao
DIAS: 12 y 13 de julio.

http://ztfnews.wordpress.com/2011/05/22/bizbak-2011-cultura-con-m-de-matematicas/

martes, 5 de julio de 2011

LA MONTAGNA DELL'ANGELO

Sarà inaugurata sabato 16 luglio 2011 alle ore 19,30 presso l'atrio superiore della Basilica di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo (FG) la mostra "La montagna dell'Angelo" curata da Matteo Accarrino e M. Carmela Claps e organizzata da "Casa Museo" (Sant'Alberto, Ravenna).


Nell'occasione, presenti il sindaco di Monte Sant'Angelo, Andrea Ciliberti, l'Assessore alla cultura, Giovanni Granatiero, il Rettore della Basilica, Padre Ladislao Suchy e i curatori, sarà presentato, nella sala convegni della Basilica, il catalogo della Mostra, che contiene anche scritti di Giuseppe Piemontese ,Gaetano Cristino, Matteo Accarrino ed Herbert Accarrino.

Venti gli artisti partecipanti, italiani e spagnoli, che hanno affrontato il tema degli "Angeli" con ricchezza di modalità espressive e novità di approccio iconografico: Matteo Accarrino, Paola Babini, Giuseppe Bazzocchi, Mauro Bellagamba, Mauro Bendandi, Rosetta Berardi, Onorio Bravi, Roberto Carreca, Michele Chiapperino, Maria Jesus Cueto, Giovanni di Capua, Graziella Fraschini, Nando Granito, Mino Gravina, Immaculada Jimenez Huertas, Nieves Larroy, Matteo Manduzio, Valentino Montanari, Roberto Pagnani, Guido Pensato.

Nata da un'idea di Matteo Accarrino, sollecitata dai ricordi che hanno accompagnato la sua esistenza e la sua attività artistica fin da quando ha lasciato il suo paese natio, Monte Sant'Angelo, la mostra ha trovato immediato sostegno da parte di Padre Suchy, Rettore del più prestigioso santuario micaelico dell'Occidente. "L'arte visiva - ha scritto il religioso a proposito della raffigurazione degli angeli - riesce, per una sorta di ispirazione che non esito a definire divina, a valicare l’invalicabile, presentandone ai nostri occhi mortali l’immagine (per quanto può la nostra limitatezza) più verosimile possibile. L’artista è un contemplativo che riesce a giungere dove gli altri non possono, dove anche la tecnologia e la perfezione non potranno mai approdare e di lì riportare nel reale non un dato oggettivo, ma una sensazione reale che il suo talento è riuscito a cogliere grazie ad una specialissima disposizione donatagli dal Creatore, senza la quale non gli sarebbe stato mai possibile realizzare ciò che poi offre". Sotto questo punto di vista, sostiene a sua volta Gaetano Cristino, "anche i materiali tradizionalmente non artistici possono rivelare bellezza, possono essere "nuova" epifania di ciò che è invisibile. La "nuova" immagine, col suo attraente mistero, può essere catalizzatrice e rivelatrice di senso più di tante altre immagini esplicite", e in tal senso può contribuire a saldare la frattura tra arte sacra ed arte contemporanea così come auspicato da Giovanni Paolo II nella sua famosa Lettera agli Artisti. Il catalogo contiene anche una breve storia, scritta da Giuseppe Piemontese, della trasformazione, a volte anche radicale, della iconologia e iconografia della figura dell’Angelo, nell’arco dei secoli.

La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio 2011 con i seguenti orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 all 13,00 e dalle 19, 00 alle 21,00

Ingresso libero

Per informazioni:

"Casa Museo", via Cavedone 65/b - Sant'Alberto (Ravenna), telef. 0544/529285 3296474832

casamuse08@yahoo.it

jueves, 30 de junio de 2011

THE WEDDING_EZKONTZA_LA BODA

http://www.blogger.com/img/blank.gif

En el Área de Cultura del Ayuntamiento de Leioa se inaugura la exposición de “The wedding. Ezkontza. La boda".

El acto tendrá lugar el jueves 30 de junio de 2011, a las 19:00 horas, en la Sala de exposiciones de Kultur Leioa.

http://www.kulturleioa.com

miércoles, 11 de mayo de 2011

PRACTICAS DE CAMPO 2011



# Aforo del teatro:

222 localidades, de las cuales 4 son para sillas de ruedas
# Camerinos:

Un camerino de unos 25 m2, ubicado al lado del escenario y con dos accesos, directamente al escenario y desde el exterior.
# Carga / Descarga

El areto no dispone de muelle de carga / descarga directa al escenario. Los camiones o furgonetas podrán acceder hasta la puerta principal de entrada al areto. Existe una distancia de 25m al escenario sin ningun obstáculo ni elevación.
# Servicios

El teatro está ubicado en el centro de la villa (zona peatonal y centro de la actividad comercial y turística) y cuenta con todo tipo de servicios: cafeterías, restaurantes, hoteles, pensiones, parada de taxis, autobuses, tren, etc. Permite realizar visitas a distintos espacios turísticos de la Villa y su entorno en la Reserva de la Biosfera de Urdaibai.
# Medios audiovisuales y humanos

El teatro dispone de técnicos de sonido, iluminación, vídeo, etc...
Equipos audiovisuales: pantalla, proyector multimedioa, proyector de diapositivas, proyector de transparencias, proyector cinematográfico, vídeo, DVD, micrófonos.
Cabina de traducción simultánea.
# Equipamiento del edificio

Aire acondicionado, sistemas contra incendios, salidas de emergencia.
# Localización y comunicación

Elai Alai Aretoa. Foru Plaza Z/G , 48300 Gernika-Lumo. Bizkaia.

lunes, 2 de mayo de 2011

IMAGINARY begirada matematiko bat



Bizkaia Aretoa, UPV-EHU. Av. Abandoibarra, 3
2011/05/05-26/05: Al-Or, 10:00-14:00 eta 16:00-19:00; La, 11:00-14:00

IMAGINARY una mirada matemática



Del 5 al 26 de mayo de 2011 en Bizkaia Aretoa, UPV/EHU. Av. Abandoibarra, 3.
De lunes a viernes de 10:00_14:00 y de 16:00_19:00. Sábado de 11:00_14:00
RSME-IMAGINARY/Bilbao
www.ehu.es/imaginary

domingo, 1 de mayo de 2011

VII JORNADAS INTERDISCIPLINARES_ALICIA GOMEZ



https://picasaweb.google.com/111426952673377894841/AAP_2011?feat=directlink

VII JORNADAS INTERDISCIPLINARES_Claudia De Siato

VII JORNADAS INTERDISCIPLINARES_José Daniel PIRIS

FROM SEA TO SEA _ Carlo Lauricella _ MUSEO DE ARTE E HISTORIA DE DURANGO




Rostros descoloridos flotan abandonados en islas de acero llenas de agua. Las formas de acero y agua dispuestas sobre el suelo abruman la topografía de la instalación pensada por Lauricella; en cada una de ellas afloran, como tajos de un mosáico perdido, los rostros de los migrantes dispersos en el mar. Sobre planchas de acetato, monotipos de aceite trazan retratos de vidas semiborrosas sin embargo todavía reconocibles que, resistiendo al agua, se apropian de una identidad y de una historia común.



Se trata de una instalación performativa -explica el artista- que no existiría sin la interacción con el espectador. Las láminas de acetato deben ser recuperadas -como sugiere el título -, pescadas del agua una por una y colgadas para secarse sobre la pared blanca. Cada uno puede salvar un rostro, quitarlo de la masa de miradas anónimas y reservarlas un espacio propio. La acción, en su sencillez, activa una cadena de reflexiones complejas ligadas al existir cotidiano y al contexto socio-cultural de pertenencia.



Recuperaciones, realizada en 2007, es una fotografía estética e intensamente sintética de una tragedia a la que la Europa del Sur, asiste cotidianamente y que, restituida por la siempre y más lisa e invasiva comunicación mediática, arriesga de volverse silenciosamente familiar, invisible.


http://www.lauricellacarlo.com/

THE WEDDING/EZKONTZA/LA BODA

martes, 12 de abril de 2011

THE WEDDING/EZKONTZA/LA BODA


A través del Arte, el hombre ha representado la guerra, el retrato, las costumbres, la caza, la industria, la política, el paisaje natural y urbano, ……., ha interpretado el amor, la alegría, la locura, el horror, …….. Pero a pesar de ello, siempre hay algo que en el arte no se ha experimentado lo suficiente; tal vez la puesta en escena de la boda ó quizás su ceremonia.
La boda puede ser descrita como representación, poesía visual, happening, acción en vivo, performance colectiva, ……. La boda contemporánea europea ya sea religiosa ó civil conserva parte de los rituales romanos y parte de los rituales de los pueblos de Europa en los objetos, atuendos y ritos que han sido trasmitidos a nuestra cultura a través de la tradición judeo-cristiana.
En el siglo XIX, la Iglesia estableció el rito de la boda y cada religión impone su propio ritual en la ceremonia.
En el trecento italiano, Giotto interpretó “La boda de la Virgen”, como temática representativa y perduró hasta principios del siglo del XIX. Durante el Renacimiento, “La boda de la Virgen” fue pintada por Rafael, donde nos presenta una alegoría sobre el casamiento. Veronés representó “Las Bodas de Caná” como un gran banquete en un Palacio Veneciano. Ghirlandaio es el único pintor que en Santa María Novella de Florencia pinta todo el ritual del matrimonio de la Virgen María, utilizando la imagen de la noble Giovanna Tornabuoni. Botticelli interpretó un lujoso banquete nupcial en un marco arquitectónico en plena naturaleza. Pero quizás los dos ejemplos más claros de la boda en el arte son “El Matrimonio Arnolfini” de Van Eyck, que representa a la pareja de frente y de pie, la esposa está embarazada; compone con un alarde de pequeños detalles de vida en común. En el Romanticismo la boda solo era una alegoría del pasado, una representación de la Leyenda. Hugges, nos presenta a una Ophelia vestida de novia, flotando en río suicidada.
Durante el siglo XIX ni siquiera la boda fue fuente de inspiración para los pintores realistas, o impresionistas, sino si lo fue para los pintores Simbolistas, como Marc Chagall, que realizó diferentes versiones en torno a este tema.
En nuestra contemporaneidad la Boda no ha sido fuente de inspiración, pero si lo ha sido para los fotógrafos Lounka & Julius Schon, que realizaron una Performance en plena espacio público de Roma, la plaza de Santa Maria Maggiore en mayo de 2010.
Otro ejemplo irónico es la del artista chino Zhu Yi en una fotografía en la exposición de arte chino de 1998 en Barcelona, sobre un fondo de rosas, el artista viste un vestido largo verde, mientras la novia está a su lado de pie y en paños menores; como foto recuerdo.
La boda en nuestra sociedad tecnológica y globalizante pone de manifiesto lo frívolo y lo banal del ser humano. La boda se ha convertido en una fiesta más, es decir, una imagen en desuso, una forma de glamour que ha perdido su valor intrínseco y espiritual del rito de antaño.


María Jesús Cueto
Bilbao 29 enero 2010


Through art, man has represented war, portrait, customs, hunting, industry, politics, the natural and urban landscape, ……., he has interpreted love, happiness, madness, horror, ….. but despite this, there is always something that art has not experimented enough; this is perhaps the staging of the wedding or its ceremony.
The wedding could be described as representation, visual poetry, happening, live action, collective performance, ….. the contemporary European wedding, be it through the church or civil courts, preserves part of the Roman rituals and partly the rituals of the European nations in the objects, clothing and customs that have been transmitted to our culture through the Jewish-Christian tradition.
In the 19th century, the church established the wedding rites and each religion imposed its own rituals on the ceremony.
In 14th century Italy, Giotto interpreted “The Wedding of the Virgin”, as a representative theme and one which remained until the 19th century. During the Renaissance period, “The Wedding of the Virgin” was painted by Rafael, where he presents us with an allegory about marriage. Veronés represented “The Weddings at Cana” as a grand banquet in a Venetian palace. Ghirlandaio is the only painter in the Santa Maria Novella in Florence, who painted the entire marriage ceremony of the Virgin Mary using the image of the Nobel Giovanni Tornabuoni. Botticelli interpreted a luxurious nuptial banquet in an architectural framework in the heart of nature. Perhaps the two clearest examples of the wedding in art are “The Marriage of Arnolfini” by Van Eyck, which represents the couple standing face on, the wife is pregnant; his composition includes an ostentation of small details of married life. In Romanticism the wedding was only an allegory of the past, a representation of the legend. While Hugges presents us with an Ophelia dressed as a bride, floating in a river, a suicide.
During the 19th century not even the wedding was a source of inspiration for the realist painters, or the impressionists, although it was for the symbolists, such as Marc Chagall, who produced several versions in relation to this theme.
In contemporary times the wedding has not been a source of inspiration , but it has been for the photographers Lounka & Julius Schon, who created a performance in a public space in the centre of Rome in the Piazza di Santa Maria Maggiore, in May 2010.
Another ironic example is that of the Chinese artist Zhu Yi who, in an exhibition in Barcelona in 1998, exhibited a photograph, on a background of roses, of the artist in a long green dress, while his bride stood beside him in her underwear; like a photographic souvenir.
The wedding in our technological and global society manifests the frivolous and banal characteristics of the human being. The wedding has been converted into just another party, that is to say, an image in disuse, a form of glamour that has lost the intrinsic and spiritual value of the ceremony of ages past.

María Jesús Cueto
Bilbao 29 enero 2010

lunes, 4 de abril de 2011

TRAIT D'UNION

A cura di
Carmela Claps
Matteo Accarrino


Presentazione di
Bruno Bandini



Lo scorso anno con la mostra “Trait D’union”, Matteo Accarrino e Carmela Claps hanno messo a confronto due realtà geografiche a loro conosciute , la Puglia e la Romagna.

L’edizione di quest’anno, nel mettere a confronto l’Italia ed i Paesi Baschi, rafforza la filosofia della “CASA MUSEO” e quello che per loro rappresenta l’arte - confronto, curiosità , conoscenza - tutto ciò che avviene vicino e lontano da noi, rendendo possibile il confronto anche tra chi , come in questo caso ,pur parlando lingue diverse è accomunato dallo stesso linguaggio artistico.

Chi visiterà la mostra , farà fatica a riconoscere gli uni dagli altri ma vedrà opere che dialogano fra loro in maniera armonica, e coglierà il messaggio che la “CASA MUSEO “ vuole trasmettere.

Invasioni barbariche?

Questa volta il “campo di gioco” si allarga.

Una scommessa ambiziosa, ma indubbiamente saggia, fa sì che “Casa Museo” disegni una geografia originale della ricerca artistica, mettendo a confronto sei autori italiani e nove autori provenienti da Bilbao.

Immagini differenti, progetti distanti, “cucine” che a vario titolo rivendicano la propria irremovibile autonomia.

Eppure …Eppure tra la documentazione visivo-sonora dell’azione dedicata al “quinto elemento”, il sale, realizzata da Cueto- Jiménez-Luc -Miranda , il rigore degli spazi cromatici di Giovanni di Capua, le macchine “celibi” che operano nelle stampe digitali di Ana Múgica, il realismo onirico del disegno di Lorenzo Bruno, la riflessione sul paesaggio di Juana Cima, le evocazioni ludiche tra natura ed artificio di Vito Cristiano Lella, la provocazione dei marchi di Mariano Gómez de Vallejo, le declinazioni formali sui materiali naturali di Fernando Granito, l’inquietudine provocata dalla “macchina del gusto” di Julian Irujo, le sapienti “disavventure del segno” indagate da Matteo Accarrino, le replicazioni grafico-pittoriche di Fernando Mardones, l’evocazione progettata di Michele Chiapperino, tra questi elementi di ricerca così distanti emerge, inevitabile e involontario, una sorta di destino comune: pur nella difformità delle poetiche, l’arte unisce.

Ecco, credo, il senso più autentico e profondo di questo allestimento che il laboratorio d’idee santalbertese propone. E ci fa piacere che questo accada in un anno come questo, in cui, nel nostro Paese, si celebrano i 150 anni dell’Unità nazionale.

E se questo poco interessa agli ospiti spagnoli, si tratta pur sempre di un’occasione per riconoscere quanto il “fare arte”, quanto la pratica dell’arte sia destinata ad unire proprio in virtù delle differenze che essa è capace di provocare.

La ricchezza e la provocazione di questa occasione espositiva ci invita ad immaginare differenti cammini sospesi sulla stessa soglia, partecipi delle stesse illusioni di sconfinamento dal visibile all’invisibile.

Eterna tensione, questa, che accomuna le ricerche più diverse, situazioni vissute oscillando dal passato al futuro, per il sottile tramite del presente in atto, proprio perché unità d'intenti primari - in quanto desiderio di ritorno all’origine - è una metafora che accomuna una pluralità di orientamenti.

Dunque, nelle complesse prospettive poste in evidenza da questa adunanza di linguaggi si indicano analogie tra autori per i quali persino un termine desueto come quello di “fratellanza” può risultare suggestivo, a patto di svuotarlo di significati psicologici e affettivi. Una fratellanza mai programmabile, quasi sempre invisibile, dimensione inafferrabile che è nascosta nelle pieghe dei linguaggi, nelle fenditure degli sguardi, come strumento per esaltare risonanze che convergono in quella comune tensione del “cercare” che è propria di ogni arte.

Trait D'Union
Casa Museo
Via Cavedone 65/b- 48123 Sant’Alberto (RA)

Fino al 7 Maggio 2011
Inaugurazione Sabato 9 aprile 2011 ore 18,30

Prenotazioni per la VIsita della Mostra ed Informazioni: Tel. 0544-529285 - 3296474832

jueves, 31 de marzo de 2011

CATHERINE HOSPITEL

miércoles, 30 de marzo de 2011

lunes, 28 de marzo de 2011

ALBERTO ZORZI



BREVES REFLEXIONES SOBRE LA JOYA DE ARTISTA EN ITALIA, DESDE 1945 HASTA HOY

Agradezco muy especialmente a la Universidad de Bellas Artes de Bilbao y en particular a la Profesora Maria Jesus Cueto que ha favorecido que sea posible este momento de confrontación y de conocimiento de la actividad didáctica que desarrollan en el arte, nuestras distintas Instituciones Culturales, Tengo pensado introducir unas reflexiones, unas problematicas que del interior de un razonamiento y de un analisis más general sobre la joya, sobre el adorno que siempre ha involucrado e interesado a los artistas y de manera particular a los escultores y a los pintores italianios contemporáneos.
Hay que decir que también los arquitectos de mi país han mirado a menudo en su propia atención proyectual a la orfebrería, con algunas intervenciones interesantes que os expondré de manera precisa.
Ciertamente la relación será sintética y tomará en examen solo algunos momentos y situaciones que han sido extremamente interesantes por la originalidad de las propuestas y por la fuerte caracterización e innovación que han evidenciado en el ámbito de la orfebrería y de la joya contemporánea.
Un objeto de joyería, que presentaba una ideación imaginativa de forma como obra -única, en definitiva una obra de arte.
Después de 1945, alrededor de los años 50, en Roma, un joyero de amplia tradicción: Mario Masenza decide activar una estrecha colaboración con algunos de los mejores artistas del momento: Afro, Mirko e Dino Basaldella, Canilla, Fazzini, Guttuso, Guerrini, Leoncillo etc.
En 1949 entra en juego además de Roma, la ciudad de Milán y sobre todo la Galería “ll Milione”, importante y famoso lugar expositivo para el arte de vanguardia, así que Masenza tiene la brillante idea (en colaboración con la Galería de arte del Zodiaco de Roma) de llevar en exposición las joyas realizadas por él mismo, siguiendo meticulosamente el proyecto de los artistas, respetando toda su poética de diseño.
Mario Valsecchi, critico del arte milanés, decidió presentar al público estas extraordinarias joyas.
En los trabajos de orfebrería del pintor Afro es evidente una elevada sensibilidad en el tratamiento del metal precioso con signos, con el arte del cincelado, (signos) en relieve obteniddo a traves del cincél.
Notable es la capacidad de Afro en aprovechar de primera persona una técnica de antigua tradición extremadamente compleja, que se determina con el empleo de (atrezzi) herramientas específicas: los cinceles.
La ejecución de la joya, su elaboración puede producirse solamente cuando la plancha metálica de oro está fijada sobre pez, desde este punto con diversas tipologías y formas distintas de cinceles (instrumentos realizados a medida de hierro o acero) se reproduce el dibujo que se pretende conseguir.
La utilización del color obtenida por Afro se basa a través de una presencia amplia de piedras preciosas de corte tradicional (brillantes redondos, rubís y zafiros de corte carrè), per venian colocadas en la obra de orfebrería con extrema y refinada pericia y con un justo equilibrio estético entre cantidad de metal precioso y un número de gemas incrustadas.
En 1956 en la Bienal Internacional de Arte Visiva de Venezia se muestra particularmente atención a la joya de artista y en una sala personal invita a los hermanos Arnaldo e Giò Pomodoro a exponer adornos aureos, relieves, objetos, mientras otro escultor también de origen marchigiana Edgardo Mannucci es llamado a presentar su interpretación de la medalla.
Mario Valsecchi en calidad de comisario pasó a la atención internacional de esta forma con la intervención con los artistias de adornamento personal.
En 1957 a la Trienal de Milán sucedió otra fundamental etapa de este recorrido, con una muestra comisariada por los hermanos Pomodoro sobre la manufactura de los metales preciosos, vienen invitadas muchas personalidad de relieve: E. Sottsass, G. Dova, E. Baj, E. Scanavino, B. Martinazzi .etc.
Arnaldo e Giò Pomodoro conocidos en todo el mundo no solamente por el arte, siempre han declarado que su relacción con la orfebrería siempre ha sido indisoluble.
Su increible aventura creativa y profesional ha nacido por el trabajo sobre la joya, que ha continuado con fuerza también después de su llegada a Milán en 1954 y ha proseguido, con fases también de discontinuidad, evidentemente por su mayor, diría total oficio en la escultura de media y grandes dimensiones, hasta nuestros días.
A través de la técnica de la fusión de hueso de sepia prefentemente, con formas de cincelado extremadamente personales de la lámina y del hilo de oro, que inmediatamente daban el signo y la fuerza a su imaginario orfebre, han innovado decididamente el lenguaje expresivo de la joya.
El color se había aplicado sobre todo por el tipo de tratamento efectuado sobre las superficies de la materia, además determinando distintas uniones de oro rojo, amarillo y blanco (metales empleados preferentemente) se acentúa el aspecto cromático, de la “piel” de oro.
Naturalmente también las gemas entran en relación con la obra, pero como una presencia a veces discreta, en otros casos entendida como “masa” de luz y color sea con el uso de brilantes, rubíes, zafiros y esmeraldas, y con la introducción de fuerte evidencia de piedras semi-preciosas: turquesas, lapislázulis, coral y cuarzos.
En 1966-67 siempre en Milan Giancarlo Montebello e Teresa Pomodoro formaron la empresa Gem Montebello con la intención, en calidad de editores, de realizar unas magnificas joyas pensadas por los más representativos artistas del periodo, presentes sobre la escena de Italia pero también en Europa y en USA.
La intención era de acercar el público a los grandes nombres del arte, con un inversión económica reducida, adquiriendo no obras únicas, sino una edición limitada de múltiples.
El trabajo desarrollado junto con Lucio Fontana, por ejemplo, es extraordinario por la invención creativa, por su visión y proyeción prospectica en el tiempo, en la distancia.
En efecto, ha sido ideada en el “lejano” 1967, la serie de los brazaletes de grandes dimensiones de forma oval y elíptica con los típicos cortes de Fontana, realizados en plata y lacas-esmaltes industriales por el color azul, y negro con blancas líneas.
Estos adornos femeninos son premonitores de tantas formas actuales de operatividad de los artistas o de los diseñadores más profesionales en relación con el objeto joya.
La referenencia ha sido muy amplia y problematica inherente, la utiliza con materiales alternativos o asi dicho “pobres” de la orfebrería de investigación de vanguardia. Y es en parte, un aspecto que viene confrontado en este último decenio, también en el ámbito del amplio sector del artesanado y de la industria de orfebrería italiana.
En Fontana, también en las obras obtenidas exclusivamente de la materia preciosa, él obra una búsqueda como intervención madurada yà en el 1962, o bien elimina, quita la gema de la lámina e introduce un lenguaje aúreo.
La joya debía ser pura presencia de oro amarillo, (título 750 y a menudo también de título 999,9) la materia en su total pureza debía exprimirse completamente.
Sus signos hablan de la máxima claridad formal y de contenido, sin “caídas” en embellecimientos para Él considerados completamente inútiles.
Giuseppe Capogrossi en vez, entre 1970-1975, interpreta el típico módulo que utilizaba en la pintura, una especie de grande peine, como espacio bidimensional completamente encrustado de brillantes.
Determinaba una sintesis extremadamente eficaz, jugada sobre una contraposición colorista límpia entre láminas de oro completamente recubiertas de brillantes y sobre el mismo plano intervenía con onix negro o coral rojo, a veces puesto lateralmente o sobre puesto, o bien en otras soluciones colocaba la piedra dura y semipreciosa externamente al estiramiento reluciente de los brillantes blancos incrustados a la manera de taracea.
Obras de alta joyería, felizmente realizadas y comercializadas por los Hnos Fumanti de Roma que emprendieron en aquellos años una colaboración también con otros artistas como: Franchina, Canilla, Mastroianni, Consagra, Ceroli, Uncini , Marotta etc.
Recientemente, después del 2000, en Roma en la Galería de Arte Editalia que se dedica en general a la pintura y a la escultura contemporánea, ha decidido considerar como obras de arte las joyas de autor, y ha emprendido con prudencia un recorrido de colaboración con los escultores Consagra y Mannucci y la conocida pintora Carla Accardi.
Trabajando con el mismo entendimiento que tenía Mario Masenza en los años ’50, es decir llevar a la joyería las ideas innovadoras de los artistas, por lo que se refiere al concepto de proyecto y de la manera así como utilizar y reinventar las técnicas de la tradicional orfebrería. Pietro Consagra, escultor de fama internacional recientemente fallecido, trabajò por distintos continentes: desde la Gem Montebello de Milán, al joyero Masenza y con los hermanos Fumanti de Roma, también con la Fundación Sartirana Arte de Pavia y últimamente con la joyería Petochi de Roma; coherentemente con su oficio de escultor, trasladó a la joya, llevando los justos equilibrios y medidas, su intención es trabajar sobre la bidimensionalidad, sobre la frontalidad. Joyas resueltas a veces con flores evidentes y de amplio respiro creando amplios vacíos en la materia preciosa. En otras propuestas, en vez, la acción era más rebuscada, presentando líneas y signos obtenidos con trazo extremadamente sútiles y contínuos, con alguna fisura que se mueve a leves desplazamientos de los planos de las superficies aúreas. Consagra ha empleado indistintamente brillantes, piedras dure y semi-preciosas y esmaltes con fuego, o bien esmaltes sintéticos de oro amarillo, nunca ha limitado las búsquedas de materiales con distinciones limpias, como a su vez otros artistas han hecho.
Giuseppe Uncini es un escultor que ha alcanzado un alta consideración sea en campo nacional como internacional, que siempre ha pensado y realizado joyas desde el comienzo de su carrera profesional, su primer trabajo de orfebrería es de 1958. Desde 1960 emprende una intensa colaboración con la joyería de Mario Masenza que durará hasta el final de los años ’80. El procedimiento que caracteriza por lo genera las solucciones y las propuestas es la fusión a cera perdida, una técnica que se determina partiendo por un prototipo en cera, que Uncini realizaba con esmero y meticulosidad casi maniacal, para luego consignarlo al orfebre para su realización. Coherentemente con su recorrido plástico, traduce en la joya la misma libertad creativa empleada en la escultura su lenguaje costructivo, estructural y bruto, ciertamente no decorativo. Recuerdo la prolífica estación de los años ’60 con las notas “Cementiarmati” y “Ferrocementi” y con la sucesiva secuencia de las “Dimore” e “Muri d’ombra” de los años ’80, donde la joya paralelamente a la escultura se hace un obra constituida por materiales jamás empleados antes para el adorno y la orfebrería como el cemento (hormigón) combinado con la materia preciosa.
El oro que reproduce detalles arquitectóncos: particulares de ladrillos, muros; la plata bruñida (coloración gris-negra) que imita el hierro, la plata satinada, con pequeños grumos y signos que parece hormigón retenido.
En los años más recientes con las obras escultóricas de la serie “Espacios de hierro” y “Desplaza hormigón”, que tienen un respectivo en orfebrería con obras ornamentales que mantienen el emplante constructivo compuesto, extremadamente matérico típico de Uncini, pero ven también el aparecer de brillantes, de gema preciosa por excelencia.
Y Uncini dice: “… los diamantes son los que no están allí para enriquecer o embellecer, sino están para ser pequeños golpes de luz, leves destellos. Para conseguir con discreción el trabajo lo más liviano posible y cercano a la naturaleza de la joya”.
En el 2002 la galería de arte contemporáneo Fumagalli de Bergamo, expone en una personal de Uncini (del título indicativo “A Cera Persa”- A cera pérdida) dedicada exclusivamente a su nueva producción aúrea.
La muestra está articulada sobre dos tipologías di adornos femeninos: por un lado brazaletes de grandes dimensiones, por otro la presencia de diversos collares con pendientes que evidencian una precisa y clara construcción, definida por fuertes contrastes entre oro satinado, plata y plata bruñida.
Vienen inseridos con particular atención numerosos brillantes, extendidos sobre un plano metálico, en un orden que de propósito no respeta la tradición. Solución feliz que determina un eficaz e interesante equilibrio compositivo de todo el conjunto de la obra.
El arquitecto Ettore Sottsass figura paradigmática de la cultura del proyecto, representante internacionalmente reconocido del Design “ Made in Italy ”, desde sempre se ha ocupado del mundo de las joyas. En el interior de una carrera profesional exaltante, que tiene desplazado en cada lugar y también en el mundo de la proyectación, ha habido un momento de vuelta de tuerca y por lo que se refiere a la producción de la joya, y ha sucedido precisamente cuando ha empezado la colaboración con Cleto Munari, el editor de joyas y de objetos de plateria para la casa, ideadas por las mayores figuras de relieve de la arquitectura y del diseño nacional e internacional.
Desde aquel momento en los comienzos de los años ’80, y sobretodo después de la consistente colección preparada sobre comisión por Cleto Munari entre 1984-’86, se puede afirmar con certeza que el conocimiento de la proyectación de la joya y de los resultados concretos que Sottsass conducia por diversos años, sea haya llegado también al gran público. Su trabajo consiste como él mismo afirma: “…en la reproducción más o menos de lo que pienso se puede hacer mucho en arquitectura, ejercicios formales de composición arquitectónica “.
Joyas de dimensiones notables, con un amplio uso del oro amarillo brillante como un espejo en el cual emergen unos sólidos geométricos (cubos, cilindros etc.) de metal precioso, acostados a numerosas gemas semi-preciosas y a piedras duras: agatas, corales, cuarzos, lapislázulis, onix etc. igualmente con carácter geométrico.
En distintos casos, me refiero a la maravillosa coleción de anillos donde también los brillantes aparecen en toda su brillatez, dispuestos sobre planos aúroe, geométricamente inseridos en la estructura compositiva.
Equilibrios y desequilibrios de las formas, típica acción creativa y proyectual de Sottsass que se hace muy interesante y fascinadora también en el microcosmos ornamental que él dedica a la mujer.
Y así tenemos por fin unos breves signos sintéticos de mi trabajo, que se determina directamente por una exclusiva proyectualidad y creatividad en el campo de la joya, desde la segunda mitad de los años ’70.
Escultor en la joya, persiguiendo esta práctica sobre todo por una reflexión sobre el microcósmos del adorno.
Como lucidamente me define Enrico Crispolti: “.. Su trabajo de “artista-orfebre” (en el sentido de ser, originariamente, un escultor todavía enteramente y no solamente ocasionalmente en el tiempo dedicádose en el ámbito de la orfebrería). Un escultor que tiene en efecto convertida la propia vocación de inventiva plástica dentro de la dimensión de la joya ..” (4).
En definitiva el desafio, la búsquedaa que desarrollo se extiende en crear unas obras de arte de pequeñas dimensiones, que presento, independientemente por sus medidas, proporciones y funcionalidad de los contenidos poéticos, y de las caracteristicas estéticas tales por afirmar que no somos más en el campo de las artes aplicadas o menores, pero entramos de lleno, título en el interior del mundo del arte así dicho.
“ Obra Abierta” es el repertorio de joyas que hacia la mitad de los años ’80 hasta hoy conduje con energia y notable empeño. Es un trabajo donde se califica una fuerte tridimensionalidad, los volumenes plasticos aúreos, dialogan con las gemas de color semi-preciosas colocadas en el interior de la obra como partes integrantes de todo el conjunto.
La búsqueda de cromatismo y volumen de las gemas, es un proceso creativo-proyectual que nace junto a la idea general retenida, a través de una rigurosa selección, justa, ”perfecta” para dar a la forma del oro, empleado sea en lámina que en hilo.
Equilibrio y armonia que se confrontan con fuerzas dinámicas de movimiento en su interior.
Lo lleno y el vacío, las descomposiciónes y las fracturas que se recomponen en una tensión constructiva que encierra y resuelve en una estructura formal definitiva la inter-reacción de estas fuerzas. Recientemente, a partir de 1995, con las obras del ciclo “La Ciudad”, busco de exprimir mi sensación y emoción que vivo y siento en el contexto architettonico, en el interior de la dimensión metropolitana, de la ciudad vivida cotidianamente. joyas que en este caso se expresan como materia metálica viva, vibrante, oro amarillo y blanco, platino, plata; con la exclusión para las gemas, pero con el aparecer a veces de esmalte a gran fuego extendido a 820 grados en algunos puntos prestablecidos.
En las recientes exposiciónes, la antológica al Museo de los Argenti de Palacio Pitti en Florencia del otoño de 2009, se recoge más de una trentina de trabajos. Mientras en la muestra que he terminado desde poco más de dos meses para el Museo di Palazzo Fortuny de Venecia, he expuesto las obras de la última decada, desde el 2000 hasta el 2010, y hay que señalar la introdución preponderante del color, el cromatismo está determinado en muchas formas, modos y materiales distintos del esmalte a gran fuego, a las piedras de color semi-preciosas, a la pintura al óleo.
Es interesante como el aspecto cromático ha sido resuelto en distintas obras-joyas a través la intervención del color al óleo. Precisamente esta voluntad de llevar un instrumento como el color al óleo en la dimensión del metal, en la composición de estas joyas, que son sustancialmente las micro-esculturas que hay llevar, eso significa que la pintura y la escultura pueden convivir en el interior de la construcción de la joya de artista, como obra única e irrepetible.
Para concluir un brevisimo gesto en el curso de orfebrería que desde más de doce años he desarrollado al interior de la Accademia di Belle Arti di Ravenna.
A partir de 1970 un escultor que precedentemente he indicado, Giò Pomodoro, había experimentado no obstante las grandes dificultades de orden burocratico, un curso de orfebrería y di micro-fusión para la escultura en el interior de la Accademia de Bellas Artes de Ravenna.
Esta fuerte voluntad que el artista G.Pomodoro tubo en introducir en el adorno de los estudios académicos italianos, una disciplina de estudio como la orfebrería fue indispensable para posteriores desarrollos que este curso tubo después.
Ciertamente la Accademia de Ravenna, siendo también la única Institución Pública de Italia que tiene y mantiene el curso de orfebreria con estas características didácticas dirigidas y puestas en relación al arte moderno y contemporaneo, se distingue per la originalidad y la especificidad de la propia dirección de estudios.
Además en años recientes hemos introducido en el estudio de la joya la posibilidad a través del micro-mosáico hilado para realizar la orfebrería de arte sostenida también por elementos de carácter museístico.

Nuestro desafio cultural como de Institución Académica es conseguir en atar una historia y una tradición milenaría como el mosáico en otro suceso que empieza desde el origen del hombre, desde la antigüedad como la joya y el adorno personal, pero considerados bajo una óptica, un aproximarse, una visión que sea conscientemente al interior de la realidad contemporánea.
Crear una forma de arte que sea dentro la propia historia del hombre y de la mujer, pero que se proyecte en el tercer milenio, sobre el futuro, analizando y estudiando los recorridos y los einguajes del arte de nuestro tiempo, del espíritu del tiempo que vivimos.

Profesor Alberto Zorzi
Accademia di Belle Arti di Ravenna.


Bibliografia:

Enrico Crispolti : “El’oro de la búsquedaa plástica “, Edizioni Mazzotta, Milano, 1985.
Barbara Radice: “Joyas de Arquiitectos”, Edizioni Electa, Milano 1987
C.Cerritelli, L.Somaini: “Joyas de Artista en Italia 1945-1995” Electa Editori Associati1995,Milano.
Enzo Biffi Gentili: “Cleto Munari Dandy Design”, Edizioni Electa, Napoli 1997.
E. Arslan, A.Quattordio, P:Venturelli, C.Weber-Stober, L.Vinca-Masini: “Alberto Zorzi”, Corraini Editore, Mantova 1999.
Enrico Crispolti:” Imaginación Aurea “, Silvana Editoriale, Milano 2001
AA.VV. a cura di Marilena Mosco: “El Arte de la Joya y de la Joya de Artista del ‘900 hasta hoy”. Giunti Editore, 2001, Firenze.
Ada Masoero: “ Pensar con las manos -Uncini a Cera Persa”, Edizioni Galleria Fumagalli, Bergamo, 2001
Enrico Crispolti: “ Escultureas preciosas Zorzi oggi”: Edizioni Il Ponte, Firenze, 2005.
Gillo Dorfless, Giuliano Centrodi: Oro de Autor”, Edito dal Museo Nazionale d’Arte della Cina, Pechino, 2006.
C. Acidini, O.Casazza, E.Crispolti, A.Paolucci: “ Zorzi –Joyasi, ,Disegni 1973 – 2009
Jewelry, Silver, Drawings “. Editore Sillabe, Livorno 2009.
E.Crispolti, D.Ferretti, G.Romanelli : “ Zorzi – Unicum – Gioielli e Argenti 2000 -2010”.
Allemandi Editore, Torino 2010.

domingo, 20 de marzo de 2011

PRACTICA DE CAMPO

jueves, 17 de marzo de 2011

BERTHA BERMUDEZ_Dramaturgias del cuerpo

jueves, 10 de febrero de 2011

PIEL Y MATERIA_Juliantxo irujo





FECHA:
DEL 13 DE ENERO AL 25 DE FEBRERO DE 2011
LUGAR:
Galeria de Arte Adriana Rojo L'ATELIER
C/Cosme Etxebarrieta nº 15
48009 BILBAO
HORARIOS:
DE 11:00_13:30 Y DE 17:30_20:30
Sábados, domingos y lunes: CERRADO


Propongo que adopten ante los cuadros de nesta exposición una disposición sensible, que abran todos los poros de su piel para recorrer con la vista, las formas ásperas, blandas, retorcidas, orgánicas, embarradas, gelatinosas, oscuras, tibias o deslizantes de los cuadros. No pretendo que comprendan las obras, no requiero un ejercicio de búsqueda de simbolismos o explicaciones analíticas. Si fuera posible, desearía que se sumergieran en ellos para llegar a quererlos u odiarlos, para mantener una relación afectiva. Ojalá consiguiera que deseen bucear en un mar de sensaciones, envolverse en sábanas de globos nocturnos mientras cientos de dedos hormiguean en la piel. Ojalá proyectasen sus deseos de tacto en movimiento para descubrir las potencialidades emotivas de nuestra sensibilidad. Ojalá pudiera contagiarles mis deseos por progresar en el saber sentir, por explorar el mundo que nos rodea.




domingo, 6 de febrero de 2011

ATTACCABOTTONE

BOTTONI D'ARTISTA
a cura de Arianna Oddo e Carlo Lauricella

Dal 15_27 Febbraio 2011
orari d'apertura da lunedi a sabato
10:00_13:00 / 16:00_19:30

Ex-Chiesa di San Mattia ai Crociferi
Via Torremuzza, 20

Città di Palermo
Accademia di Belle Arti di Palermo

Giorno 15 febbraio 2011 alle ore 18,30, presso l’Ex Chiesa di San Mattia ai Crociferi a Palermo, si inaugura la mostra dal titolo Attaccabottone a cura dei professori Arianna Oddo e Carlo Lauricella dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

L’esposizione vede come protagonista il bottone, piccolo ma fondamentale oggetto, il cui progenitore era conosciuto ed utilizzato, soprattutto come ornamento, già in epoca preistorica. Il dialogo tra nuovi linguaggi e materie del fare contemporaneo con un antico patrimonio manifatturiero ha dato luogo alla produzione di manufatti unici ed inediti dal sicuro valore estetico.

Saranno presentati più di 400 bottoni realizzati dagli allievi del laboratorio di Decorazione del Biennio Specialistico della professoressa Arianna Oddo e da 24 artisti invitati a partecipare all’evento espositivo per un interessante confronto, scambio e interscambio culturale e generazionale.


Artisti: Calogero Barba, Rosario Bruno,Gai Candido, Roberta Civiletto,María Jesús Cueto, Grazia D’Arpa, Mimmo Di Cesare, Fabio Altomano, Stefania Piga, Roberta Filippelli, Luciana Gallo, Carlo Lauricella, Massimo La Sorte, Alfonso Leto, Totò Mineo, Gianni Nieddu, Arianna Oddo, Calogero Piro, Giuseppina Riggi, Paolo Sardina, Rossana Filippi, Alessandra Tavella, Roberta Tumbiolo, Enzo Venezia, Gaetano Zingales.


martes, 4 de enero de 2011